Nonostante l'imperversare del caldo estivo, l'annuncio del ritiro di BMW dal campionato Superbike a fine stagione non era probabilmente la "doccia fredda" che Marco Melandri ed il suo entourage desideravano. Per il ravennate, terzo nella classifica iridata a 32 punti di distacco da Sylvain Guintoli, si profila dunque l'ennesimo trasloco di una carriera tormentata sul fronte del mercato. Gli occhi di "Macio" rimangono fissi sull'obiettivo mondiale, ma all'orizzonte guardano all'Aprilia. Risultati alla mano, la RSV4 è la moto più competitiva insieme alla Kawasaki (che però ha appena rinnovato con Sykes) ed ha un pilota (Laverty) in scadenza di contratto.
"È normale che simpatizziamo per la RSV4 – ha detto Alberto Vergani, il manager di Melandri, che voci ben informate danno in contatto con Gigi Dall'Igna – È la moto più completa, e Marco ha vinto il suo unico mondiale proprio con questa Casa. Entrammo in contatto già due anni fa, quando finì l'avventura con Yamaha, e c'è stima reciproca. Per Marco sarebbe la priorità numero uno, ed a loro manca un top rider italiano. Vincere un mondiale con un'accoppiata tutta italiana sarebbe fantastico, ma è anche vero che stanno comunque ottenendo dei buoni risultati così".
Nonostante si tratti della terza Casa che gli chiude inaspettatamente i battenti, la determinazione di Melandri non cambia.
"Dopo qualche episodio sfortunato, Marco ha recuperato punti pesanti ed è pronto a giocarsi il titolo fino in fondo. Quello rimane l'obiettivo principale. Il calendario presenta piste a lui favorevoli, come Jerez e la Turchia, e deve restare concentrato".
Le ragioni citate da BMW riguardo al ritiro parlano di "riallineamento" del brand e maggiore attenzione al settore "customer sport" e "segmenti sotto i 500 cc". Eppure è difficile comprendere un cambio così repentino di direzione da parte del costruttore che ha investito maggiormente nel progetto SBK negli ultimi anni.
"Per noi l'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Eravamo semplicemente in attesa che da Monaco approvassero il piano di sviluppo per i prossimi anni, e sembrava che dovessero assumersi un impegno ulteriore sulla scia dei buoni risultati ottenuti quest'anno ed erano state date garanzie di continuità. Sicuramente le incertezze sul futuro non aiutano, anche se la BMW è uno dei marchi più solidi sul mercato. Hanno speso quando non vincevano, perché cambiare idea ora? Bisogna domandarsi se le corse abbiano ancora l'appeal di una volta. L'impressione è che non siano più indispensabili".
Interrogativi sensati e quantomai attuali quelli posti da Vergani. Di fatto, si tratta della prima vittima illustre da quando la Dorna ha preso in gestione la serie. Ne arriveranno altre? Al momento, BMW, Aprilia, Kawasaki e Ducati sono le uniche Case a dare sostegno "full factory" tra le derivate di serie. Alle luce delle difficoltà attuali, Ducati potrebbe ridimensionare il proprio impegno, mentre Aprilia strizza sempre più l'occhio alla MotoGP, dove viaggia a gonfie vele con il progetto ART. Un indizio non costituisce una prova, ma non si prospettano mesi facili per uno dei campionati più amati dal pubblico delle due ruote.
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