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lunedì 21 ottobre 2013

SBK - Il pagellone finale


Tom Sykes 10
Abbiamo ancora negli occhi il buon viso a cattivo gioco di Tom dodici mesi fa, dopo il mondiale perso contro Max Biaggi per la miseria di mezzo punto. Sconfitta che avrebbe steso chiunque sul piano psicologico. Non Sykes, che ha mostrato la maturità e la saggezza del campione. Ha capito d’esser diventato il più forte, lavorando durante l’inverno per migliorarsi ulteriormente. Ha affrontato anche momenti duri nel corso dell’anno. Ma è stato il più costante, il più bravo, il più spietato. Otto Superpole (!) e nove vittorie. Così Tom si è ripreso tutto con gli interessi, festeggiando a Jerez con un po’ di commozione. Bello così. Bello anche aver ammirato, negli anni, la trasformazione di un pilota. Un tempo inconcludente e pasticcione, ora velocissimo ed efficace. Nel 2014 tenterà il bis in Kawasaki. Poi chissà: avventura in MotoGP?

Eugene Laverty 9
In attesa di trovare (?) una moto per il 2013, Eugene riflette su un secondo posto agrodolce. Bella la stagione del britannico Aprilia, soprattutto la seconda parte, condita da vittorie e bellissime gare. Ma alla fine il titolo è andato a Sykes, e la differenza l’hanno fatta i dettagli. I cinque zeri di Laverty (a fronte dei due di Tom) a conti fatti si sono rivelati determinanti. Troppi punti persi ad inizio anno, molte cadute ingenue. Peccato, perché Eugene sul piano tecnico si è mostrato sopraffino. Ed alcune volte è sembrato il pilota più forte ed intelligente in gara. Ha bisogno di un altro piccolo salto di qualità. Può compierlo, ma dove? I suoi tifosi attendono impazienti.


 
Sylvain Guintoli 7
Voto assai istituzionale, doveroso per chi in ogni caso ha terminato la stagione al terzo posto. Ma una sola vittoria (peraltro ottenuta nel primo GP stagionale), in sella alla Aprilia portata nove volte sul gradino più alto del podio da Laverty, oggettivamente grida vendetta. Sylvain, scelto da Noale per il dopo Biaggi, è stato tutto fuorché il degno erede di Max. Pilota veloce e quasi impeccabile nello stile. Ma non un vincente. Nelle occasioni più importanti, il francese si è sciolto come neve al sole, lasciando campo libero ai rivali. Resta un’eccellente seconda guida, ed il prossimo anno avrà a che fare con un certo Marco Melandri.

Marco Melandri 7
Eccolo, Marco. Il volto triste di questo finale di stagione. Tanta tanta frustrazione. Ed è normale per chi, ad inizio anno, era dato per favorito. Per storia, per carriera, per qualità oggettiva. Il binomio Marco-BMW è stato un sostanziale fallimento. La moto tedesca non ha mai raggiunto i livelli delle rivali Aprilia e Kawasaki. Solo la classe di Melandri ha consentito il raggiungimento di risultati importanti, con l’ulteriore amarezza dell’annuncio, a stagione in corso, del ritiro della stessa BMW dalla Superbike a fine anno. Situazione già vissuta dal ravennate ai tempi della Yamaha: quasi una maledizione. In pista di più non si poteva fare, il titolo era oggettivamente impossibile da conquistare. I rimpianti tornano più al 2012, quando Marco gettò al vento la chance iridata sul più bello. Quel che resta è il terzo anno in Superbike chiuso a veder festeggiare gli altri. Boccone amaro, per chi nel 2010 giunse dalla MotoGP con la serissima idea di divenire il sovrano delle derivate di serie. Come insegna Sykes, mai buttarsi giù. Mente e testa al prossimo anno, all’avventura intrigante in Aprilia. Per l’ennesima volta, si ripartirà da capo.

Chaz Davies 6,5
Anch’egli frenato dai guai BMW e da un livello di prestazioni non sempre al top. Chaz è stato costante ma non troppo veloce. Ha chiuso cinque sole volte sul podio, vincendo tre gare (stesso numero di successi raccolto da Melandri). La doppietta di Aragon ad inizio anno ha illuso un po’ tutti. No, Davies non è ancora all’altezza di lottare per un titolo mondiale. Ma vista la sua giovane età (26 anni), ci attendiamo progressi in futuro. In Ducati. E non sarà facile…

Davide Giugliano 6,5
A conti fatti, sesto in campionato con moto clienti (miglior privato dell’anno) non è poi così male. Ma la stagione di Davide lascia in bocca un po’ di amaro. C’è la sensazione netta che potesse fare molto meglio. Troppi errori nella prima parte, ben sette ritiri, molte occasioni gettate al vento. Si è “calmato” nel finale di campionato, limitando le cadute. Due soli podi (ad Imola e Laguna Seca) restano un bottino esiguo per un ragazzone pieno di talento e potenzialità. Anch’egli è giovane e può crescere. Il futuro dev’essere anche suo.

Michel Fabrizio 5,5
E’ uno della vecchia guardia. Dei tempi magici di Bayliss, Haga e Corser, tanto per intenderci. Quel Michel lì, tuttavia, forse non c’è più. Il ragazzo è lo stesso, il pilota non più. A Michel sembra mancare il sacro furore di una volta, la grinta spaziale, se vogliamo anche l’arroganza di gettarsi in pista e tentar di fare la voce grossa ad ogni costo. La stagione del 29enne romano è l’emblema dell’assoluto anonimato. Un podio nella prima gara in Australia, poi tanti piazzamenti. Punticini preziosi intascati, utili per “festeggiare” un 7° posto finale che in realtà non esalta. E’ mancata la reale competitività, sia in Aprilia che, nella seconda parte di stagione, alla Honda. Il volto ed il tono di Michel sono sembrati spenti, affranti. Lo spettro dell’addio (se non alle corse, quantomeno alla Superbike) si avvicina pericolosamente.

Loris Baz 6
E’ il “bimbo” dello scatenato gruppone SBK, ergo è anche giusto non esser troppo severi con lui. In questo mondo l’esperienza conta tanto e per un classe ’93 non è semplice essere all’altezza dei piloti più quotati. Certo, Sykes con la stessa identica moto è stato di un’altra pasta. Nettamente. Per Loris (un terzo posto ed un successo, a Silverstone) anche l’amarezza di un infortunio che non gli ha consentito di completare la stagione. Avrà modo di rifarsi, a partire dal 2014. Avendo accanto un campione del mondo.

Jonathan Rea 6,5
Altro pilota spettacolare e spericolato, che ama vivere sul filo del rischio. Ha le potenzialità del big, del fenomeno, del campione, ma lo diciamo ogni anno. Ed ogni anno la pista ci offre risposte piuttosto sconfortanti. Jonny ha alternato, come sempre, grandissime gare (di cui una vinta, in Inghilterra) ad errori goffi e cadute pazzesche. Proprio un violento incidente al Nurburgring lo ha tenuto fermo per le ultime gare dell’anno. C’è da dire che da ormai qualche stagione, Rea è l’unico in grado di portare la Honda ad un discreto livello di competitività. Tutti gli altri (i vari Neukirchner, Xaus, Aoyama, Haslam) non ci sono mai riusciti. La love story con il team Ten Kate proseguirà anche nel 2014. Chissà con quali risultati.

Jules Cluzel 6
E’ salpato nel mondo Superbike in sella ad una delle moto meno irresistibili, la Suzuki Crescent. Talvolta ha pagato l’inesperienza, ma è piaciuto per il suo impegno e la sua voglia di portare a casa sempre il massimo (da ricordare il 2° posto di Silverstone in gara 2). Chiude il campionato in top ten, davanti al pur malconcio compagno Camier. Occhi al futuro e tante speranze di far meglio.

Leon Camier 6
Nella sua carriera ha subìto tanti infortuni. E anche nel 2013 non è stato da meno, schiantandosi con Rea al Nurburgring. Per lui persino il timore (fortunatamente sventato) di seri guai cervicali. Ha saltato qualche gara ed è rientrato nel finale, a Jerez, conquistando peraltro due buoni piazzamenti. Si trova bene in Suzuki e può aiutare il team a crescere.

Ayrton Badovini 6
Ducati. La moto peggiore con i problemi peggiori. Checa-Badovini, il team Alstare di Batta. In avvio di stagione, gli ingredienti “in rosso” sembravano squisiti, promettenti. L’annata è stata un disastro. Moto ferma, piloti in crisi, strategie assenti. Un po’ come in MotoGP. A farne le spese anche il povero Ayrton, che ha lavorato tantissimo, a volte anche da solo (visti i numerosi stop fisici di Checa), agguantando persino risultati insperati (un podio ed una Superpole). Ma a fine anno resta viva sulla pelle la sofferenza per i nove mesi di calvario.

Leon Haslam 5
Dalla BMW alla Honda per cambiare vita e ritrovare competitività. Progetto fallito. Dell’Haslam super dei tempi andati non v’è più nemmeno l’ombra. Colpa di tanti fattori: crisi psicologica, sfiducia e molti (gravi) infortuni. In più mettiamoci anche le difficoltà nel guidare una Honda che il solo Rea riesce a far funzionare, peraltro “a giorni alterni”. Annata da dimenticare, ma in Ten Kate puntano su Leon: confermato anche per il 2014.

Max Neukirchner 5
Altro pilota, come Haslam, in crisi d’identità. Pensare che qualche anno fa era considerato il gioiello assoluto delle derivate di serie. Uno degli assi potenziali del futuro. Guai fisici (e non solo) ne hanno frenato l’ascesa, e dopo alcune stagioni anonime in Moto2, il tedesco ha deciso di tornare a dir la sua in SBK. Ducati privata, ambizioni ridotte all’osso. Ha chiuso le prime 17 gare consecutive dell’anno in zona punti. Poi un infortunio lo ha tolto di mezzo fino al rientro di Jerez. Delle sue imprese, a dir la verità, si sono accorti in pochi. Fantasma.

Carlos Checa 4
Stagione pesantissima per Carlos e per tutti i suoi tifosi. Eccellenti premesse in avvio, l’esordio straripante nel sabato di Phillip Island con la Superpole strappata di forza ai mostri con le quattro cilindri. Bello anche l’inizio di gara 1: Carlos tosto, veloce e competitivo come sempre. Poi, l’inizio del disastro. Il contatto con Melandri, la violenta caduta, i dolori tremendi. Il Toro non ha mollato. Si è rialzato, rendendosi successivamente conto della pochezza assoluta del mezzo a sua disposizione. Persino ad Imola, dove Carlos negli ultimi anni aveva quasi sempre vinto, i risultati sono stati disastrosi. Miglior piazzamento stagionale? Un sesto posto a Portimao. Male male. Nel finale altri infortuni. L’operazione all’anca post high-side di Istanbul lo ha tolto dai giochi per le ultime gare, inducendolo a prender la decisione più dolorosa. Il ritiro, a 41 anni appena compiuti. Il motociclismo perde un grande. Un signore con la S maiuscola, oltre che un gran pilota. Carlos mancherà davvero tanto. A tutti.

Toni Elias 6,5
Per uno spagnolo che se ne va per sempre (Checa), ce n’è un altro che ha appena bussato al portone Superbike, con l’intenzione di farsi aprire e divertirsi per un bel po’. Toni Elias, ex iridato Moto2 e vincitore di una gara in MotoGP nel 2006 (all’Estoril in volata su Valentino Rossi), ha dimenticato gli ultimi risultati deludenti nel motomondiale, trovandosi pienamente a suo agio in sella all’Aprilia lasciata libera da Fabrizio. Otto gare corse al massimo e 70 punti in classifica. Non male. Bel protagonista da accogliere in via definitiva nel mondo SBK.

Federico Sandi 5,5
Pedercini ha voluto concedere al 24enne di Voghera un’opportunità intrigante ad inizio stagione, assegnandogli una Kawasaki privata. Le risposte sono state altalenanti. Buone gare ed errori veniali. La crescita, in ogni caso, c’è stata. Chissà se Federico avrà altre opportunità.

Mark Aitchison 6
Ha corso poche gare ed è piaciuto soprattutto nel finale di campionato. Quando, con la Kawasaki Pedercini, ha messo in mostra buone qualità, ottenendo discreti risultati.

Vittorio Iannuzzo 5
Ennesima chance in Superbike per un pilota generoso ma non troppo veloce. Costantemente in fondo al gruppo, non è mai riuscito a regalarsi un lampo reale, degno di tal nome. Suo miglior risultato dell’anno l’11° posto in gara 1 a Portimao. Poco.

Lorenzo Lanzi 7
E chiudiamo con una nota positiva. Partecipa solo agli ultimi round del Mondiale, ma si fa trovare prontissimo e con una Ducati un po' datata riesce lo stesso a fare bella figura, superando anche le Ducati ufficiali in quasi tutte le occasioni. Bravo!



TOM SYKES E' CAMPIONE DEL MONDO!

Il successo di manche non è arrivato, ma il terzo posto conquistato in Spagna è bastato a Tom Sykes per aggiudicarsi il primo e meritato titolo iridato tra i piloti.

In una corsa priva di grosse emozioni e colpi di scena, tutta la palpitazione si è giocata negli ultimi chilometri con Eugene Laverty in fuga tallonato da Marco Melandri fino ai meno due, quando l’italiano è passato per poi venir superato nuovamente con grande maestria dall’irlandese a pochi metri dalla bandiera a scacchi, a sancire una grande vittoria nata sicuramente dalle sue qualità miste alla rabbia per essere stato messo alla porta senza troppi complimenti da Aprilia, che tra l’altro ha aiutato a portarsi a casa l’ennesima coppa costruttori.

Due sorrisi diversi quindi al parc fermé. Tirato quello del centauro della RSV4, di gioia immensa e tensione calata quello del britannico della Kawasaki che tra gli abbracci famigliari ne ha ricevuto uno altrettanto speciale, quello di Joan Lascorz che per la Ninja ha corso finché a Imola l’anno scorso la giostra magica di questo sport non gli ha detto basta.

Per quanto riguarda gli altri quarto Sylain Guintoli, mai in battaglia, quinto il buon Toni Elias, davanti a Davide Giugliano, protagonista di un paio di svarioni da cui si è fortunatamente salvato, Chaz Davies, anonimo su BMW e Leon Camier su Suzuki.

Bravo invece Xavi Forés entrato nella top ten subito alla prima esperienza con la 1199 mentre il compagno Ayrton Badovini veleggiava in tredicesima piazza. Buono il decimo posto di Mark Aitchison, in weekend sì, a precedere Jules Cluzel e Sylvain Barrier con la terza S1000 RR.

Solo quindicesimo Lorenzo Lanzi con la vecchia Panigale 1098, peggio ancora Michel Fabrizio su Honda, diciasettesimo. Ritiro infine per problemi tecnici per Leon Haslam.


TOM SYKES CAMPIONE DEL MONDO SBK 2013


sabato 19 ottobre 2013

SBK - Sykes vs Laverty

SYKES VS LAVERTY, con Guintoli praticamente fuori dalla lotta per il titolo (anche se non matematicamente). Laverty fin dalle prime prove libere ha fatto capire che per Sykes vincere il titolo non sarà affatto scontato.

E infatti è Eugene Laverty a portarsi a casa la Superpole, seguito però da Tom Sykes che partendo dalla prima fila ha un ottimo vantaggio sul suo obiettivo. Ecco la lista completa:

Jerez – FIM Superbike World Championship – Superpole 3
1. Eugene Laverty (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 1’40.620
2. Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 1’40.668
3. Davide Giugliano (Althea Racing) Aprilia RSV4 Factory 1’40.839
4. Marco Melandri (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 1’40.930
5. Sylvain Guintoli (Aprilia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 1’40.958
6. Toni Elias (Red Devils Roma) Aprilia RSV4 Factory 1’41.347
7. Leon Camier (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 1’41.837
8. Xavi Fores (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale 1’42.215
9. Mark Aitchison (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 1’42.500
10. Chaz Davies (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 1’42.015
11. Broc Parkes (Monster Energy Yamaha – Yart) Yamaha YZF R1 1’42.056
12. Lorenzo Lanzi (Mesaroli Transports A.S.) Ducati 1098R 1’42.300
13. Ayrton Badovini (Team Ducati Alstare) Ducati 1199 Panigale 1’42.438
14. Federico Sandi (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 1’42.916
15. Michel Fabrizio (Pata Honda World Superbike) Honda CBR1000RR 1’43.081
16. Sylvain Barrier (BMW Motorrad GoldBet SBK) BMW S1000 RR 1’42.933
17. Leon Haslam (Pata Honda World Superbike) Honda CBR1000RR 1’42.973
18. Jules Cluzel (Fixi Crescent Suzuki) Suzuki GSX-R1000 1’42.976
19. Max Neukirchner (MR-Racing) Ducati 1199 Panigale 1’43.289
20. Vittorio Iannuzzo (Grillini Dentalmatic SBK) BMW S1000 RR 1’44.232

Classifica Provvisoria
1. Tom Sykes - 411 pt.
2. Eugene Laverty - 374 pt.
3. Sylvain Guintoli - 373 pt.

Eugene Laverty in pole a Jerez
Eugene Laverty

SBK - Ultimo round a Jerez

Dopo 23 anni il Mondiale SBK torna a Jerez. L’unica volta che le derivate di serie hanno corso a Jerez è stata nel 1990, quando il Campionato era alla sua terza edizione, ed entrambe le gare furono vinte da Raymond Roche, che quell’anno con la mitica 851 diede alla Ducati il primo della lunga serie di titoli SBK. Il rientro della pista spagnola nel calendario della SBK coincide col momento più importante della stagione. Jerez decreterà infatti il campione del Mondo SBK 2013. In lotta ci sono Tom Sykes (Kawasaki), Sylvain Guintoli ed Eugene Laverty (entrambi su Aprilia, anche se a Magny-Cours hanno fatto pratica anche con il Piaggio Mp3…). Il britannico ha 37 punti di vantaggio sull’irlandese e 38 sul francese. In teoria, quindi, la matematica riserva ancora qualche speranza ai piloti di Noale. C’è però da dire che Tom è ispiratissimo e certo non vorrà fare la fine dello scorso anno, quando perse il titolo per solo mezzo punto. In più in Aprilia non esistono giochi di squadra, quindi Sylvain ed Eugene potrebbero addirittura ostacolarsi a vicenda. Sembra anzi che questo sia uno dei motivi dello scontento del Gruppo Piaggio per la gestione delle corse da parte di Gigi Dall’Igna, con conseguente accettazione immediata (e comunicata con durezza) delle dimissioni dell’ingegnere veneto e sua sostituzione con Romano Albesiano. Vedremo come andrà l’ultimo round del Mondiale 2013, anche se ormai Dall’Igna sarà già proiettato con la mente al proprio futuro in Ducati, che ufficialmente comincia l’11 novembre. Tutti si chiedono se sarà l’uomo giusto per risollevare le sorti delle gare… in rosso: ce lo siamo chiesto anche noi e vi abbiamo girato la domanda col nostro sondaggio.


Altri temi della SBK saranno la voglia di Melandri di lasciare BMW con un bel risultato prima di cominciare a pensare da uomo Aprilia (certo che l’esperienza per Marco non comincia proprio nel migliore dei modi, con Dall’Igna che se ne va portandosi via i tecnici…), magari anche la speranza di un colpo di reni finale della Ducati, che fa ancora a meno di Checa, sostituito dal campione spagnolo Xavi Fores, al fianco di un Badovini che sul finale di stagione ha convinto sempre più soprattutto per impegno e grinta. Ci sono poi gli altri italiani, che per tutto il campionato hanno fatto bene ma non benissimo: Davide Giugliano e Michel Fabrizio sono attesi a due gare concrete, soprattutto Michel, che a fine stagione sarà a piedi e medita il ritiro se non trova una squadra con cui competere al vertice. Confermata la presenza di Lorenzo Lanzi che, con la “vecchia” Ducati 1098 R tenterà ancora di fare lo sgambetto alle 1199 Panigale ufficiali (qui un’analisi di Federico Aliverti sul bel risultato di Lanzi in Gara 2 a Magny-Cours), mentre per la Suzuki rientra Camier.

Eugene Laverty in pole a JerezSBK Jerez 2013: Tom Sykes primo. Orari TV gara domani

SBK - CARLOS CHECA SI RITIRA

Quali sono le cause del ritiro di Checa, meditato fin da metà stagione e di cui Ducati era al corrente? Le offerte per la prossima stagione sono arrivate (Ducati e Kawasaki, per esempio), ma la condizione fisica di Carlos non è delle migliori: quest’ultimo è sicuramente uno dei motivi principali che lo ha spinto, all’alba dei 41 anni appena compiuti, alla decisione di smettere. Un altro motivo potrebbe essere legato alle prestazioni della “nuova” 1199 Panigale da SBK, che non è ancora pronta a vincere contro le rivali, nonostante le qualità dimostrate nella classe Superstock.

Ma ecco le parole con cui Carlos ha annunciato il suo ritiro: "Quest’anno festeggio i miei venti anni di competizioni a livello mondiale. Sono molto orgoglioso della mia lunga carriera sportiva, che mi ha lasciato molti ricordi speciali con tutte le squadre di cui ho fatto parte. Mi ha dato l’opportunità di competere ai più alti livelli con le moto migliori, lottando con grandi avversari. Il mio obiettivo è sempre stato quello di scoprire il mio limite e di guardarmi dentro, con l’intento di imparare e di crescere per diventare un pilota ed una persona sempre migliore, qualcosa che non sarebbe stato possibile senza aver percorso un cammino fatto di rischi, che tuttavia mi ha permesso di vivere grandi sfide, grandi emozioni e di conoscere grandi antagonisti; un lungo cammino che è culminato con il mio anno migliore, il 2011. C’è un momento che prima o poi arriva nella vita di ogni sportivo, il giorno nel quale dici basta. E oggi per me quel giorno è arrivato e non è stato facile, ma è stata una decisione sofferta, che ho meditato a lungo. Sono grato a tutta la famiglia dei motociclisti, a chi ha reso possibile che tutto ciò accadesse e in special modo a chi mi ha aiutato e mi ha seguito sin dall’inizio della mia carriera, dandomi la possibilità di inseguire il mio sogno e di vivere una vita che non cambierei con nessun’altra al mondo. Da ora in avanti avrò modo di scoprire nuove cose di me stesso, inizia per me una nuova fase in Ducati, altrettanto stimolante, anche se richiederà tempo e una nuova mentalità per potermi adattare ma sono fiducioso sul mio futuro e sulle soddisfazioni che sicuramente continuerà a darmi. Ancora un grazie a tutti per essere qui e per avermi aiutato a vivere una giornata per me molto particolare, sicuramente emozionante ma anche indimenticabile".

La fase nuova di cui parla Carlos è quella che lo vedrà impegnato come ambasciatore del marchio Ducati. Tutto è ancora da definire nelle modalità, ma è stata una decisione intelligente per la Casa di Borgo Panigale quella di non farsi sfuggire un personaggio amatissimo come Checa. A rappresentare la Ducati in conferenza stampa c'erano Gobmeier e Marinelli. Proprio quest'ultimo ha avuto parole commoventi nei confronti dello spagnolo, cui hanno fatto eco quelle di Batta.

Ernesto Marinelli
È una decisione molto importante quella che Carlos ha preso. Carlos ha svolto un lavoro determinante e costruttivo in questi anni trascorsi insieme, e la vittoria del titolo mondiale nel 2011 è la prova che, insieme, siamo riusciti a raggiungere traguardi significativi. Ringraziarlo è quasi scontato ma e importantissimo farlo e dimostrargli, ancora una volta, tutto il nostro affetto e la nostra riconoscenza. Manterremo un rapporto di collaborazione anche per il futuro, e averlo come ambasciatore del nostro marchio ci onora e farà altrettanto felici tutti i ducatisti. Mi piace quindi pensare che questa non sia la fine di un libro ma semplicemente l'inizio di un nuovo capitolo.

Francis Batta
La decisione di Carlos significa l’uscita di scena di uno dei più grandi protagonisti di questo campionato negli ultimi anni, e lascerà un vuoto che sarà difficilmente riempito. Quest’anno ho avuto l’opportunità di conoscerlo meglio e posso confermare che è una persona di grande umanità, un vero professionista che da sempre il 100%. Insieme a Ducati, quest'anno abbiamo iniziato un percorso, non è stato facile, purtroppo siamo partiti molto tardi, tuttavia sono certo, se non avesse preso la decisione di ritirarsi, il suo contributo avrebbe sicuramente portato a grandi soddisfazioni. Mi dispiace per la Superbike, sono contento che Carlos resti comunque legato a Ducati come testimonial e gli auguro di cuore tutto il bene del mondo.

UN CASCO SPECIALE MAI USATO
Tra i bagagli che Checa ha portato a Jerez, c’è anche un casco speciale, la replica di quello che aveva preparato per Laguna Seca, destinato a celebrare i suoi 20 anni di gare. Il casco è un X-Lite X-802R Ultra Carbon e costa 619,99 euro. Carlos saluta così il marchio che lo ha fornito in questi anni: “Vorrei ringraziare Nolangroup per questo casco veramente speciale, il primo di X-lite in fibra di carbonio e che coincide con il ventesimo anniversario della mia partecipazione al campionato del mondo. Mantenendo la mia grafica del mappamondo, che riflette la mia carriera sportiva, abbiamo evidenziato tutti i circuiti sui quali ho gareggiato e altri dettagli che lo legano, a mio parere, al mondo delle gare.”

20 ANNI A GAS APERTO
La notizia del ritiro non rende felice nessuno, ma Carlos Checa ha dato molto al mondo delle moto (Francesco Batta, ad esempio, ha detto in conferenza stampa che Carlos è un campione in pista ma anche di umanità, e mancherà al motociclismo sportivo). Carlos ha iniziato a correre in moto da piccolo e ha debuttato nel Mondiale nel 1993, nella classe 125, come wild-card. Per il pilota spagnolo il passaggio alle categorie superiori è arrivato in breve tempo, dato che lo stesso anno ha corso sei gare in sella alla 250, mentre due anni dopo è già approdato alla classe regina, dove rimarrà fino al 2007. Nella 500 ha corso con Honda e Yamaha ed ha vinto due GP, oltre a diversi podi. Nella MotoGP Carlos non ha avuto risultati esaltanti, a parte qualche podio: il suo traguardo migliore a fine anno è stato un quinto posto. In Superbike, invece, ha dimostrato subito il suo valore.

PILOTA DA SUPERBIKE
Checa ha debuttato nel 2008 con Honda vincendo due gare, ma il vero talento è uscito due anni dopo, in sella alla Ducati Althea, con cui ha vinto a Phillip Island, la prima gara della stagione 2010. La stagione successiva è stata interamente dominata da Carlos, che ha conquistato ben 15 gare. Nel 2012 inizia altrettanto bene, ma conclude la stagione in modo poco brillante. Quest’anno, invece, dopo la bellissima pole di Phillip Island, i risultati con la Panigale del team Alstare sono mancati, dato che Carlos ha raggiunto al massimo un 6° posto; colpa delle numerose cadute che gli hanno fatto perdere, oltre che la buona salute, anche la fiducia nella moto.
Una dimostrazione di affetto e stima è arrivata dal circuito di Jerez, che ha deciso di dedicare una parte della "Hall of Fame" del nuovo museo (che verrà aperto al pubblico nel 2014), a Carlos Checa, alla sua brillante carriera e al titolo iridato SBK, essendo l'unico pilota spagnolo che, fino ad oggi, può fregiarsi di questo importante alloro.

Ducati addio: Checa si ritira, Batta lascia Borgo Panigale

STK - Brutto incidente per Bergman




SBK - Magny-Cours - Le pagelle

Tom Sykes 10
Sente profumo di titolo e non si fa tradire dal braccino. Superpole mostruosa e doppia vittoria indiscutibile. Ora manca davvero poco per dimenticare il mezzo punto di un anno fa…

Eugene Laverty 7
Le sue ambizioni iridate tornano a spegnersi dopo il doppio, splendido week-end di Istanbul e Laguna Seca. Porta a casa due podi e lo stesso bottino di punti del compagno Guintoli. Ma Sykes scappa e fa ciao ciao con la manina.

Sylvain Guintoli 7
Sa di giocarsi in casa le ultime carte stagionali. Ci prova in ogni modo, mette il cuore in pista e dà tutto quel che può. Non è colpa sua se Sykes è semplicemente di un altro pianeta. Regala spettacolo in gara 2 duellando col compagno Laverty.

Davide Giugliano 6,5
Sta bene mentalmente e sfodera due buone gare, chiuse entrambe al quarto posto. La posizione numero sei in campionato è consolidata.

Michele Pirro 6
Il giramondo del motociclismo si diverte anche in Superbike, dopo aver guidato la Ducati (sia ufficiale che privata) in MotoGP. Splendido sesto posto in gara 1. E’ sfortunato e cade in gara 2.

Vincent Philippe 6
Gara di casa per il sostituto di Camier e risultati non malvagi. Elias lo trascina fuori in gara 1, buon sesto posto nella seconda manche.

Lorenzo Lanzi 6
Si rivede in SBK dopo un po’ di tempo e dimostra di saperci ancora fare. Doppio ingresso in top ten.

Federico Sandi 6
Non velocissimo. Quantomeno non commette errori e fa suoi due preziosi piazzamenti.

Marco Melandri 5,5
Week-end malinconico per il ravennate, che esce aritmeticamente dalla lotta al titolo. Non ha il ritmo di Sykes e delle Aprilia. Lo sa e se ne fa una ragione. Produce il massimo in gara ma non riesce a far meglio di un 5° ed un 7° posto (con tanto di escursione di pista in gara 2). Terza stagione consecutiva in SBK senza l’attesissima gioia finale.

Chaz Davies 5,5
Assapora l’asfalto al mattino, salvo riscattarsi (almeno parzialmente) al pomeriggio arrivando 5°.

Toni Elias 5,5
Cade in gara 1 e si scaglia contro il povero Philippe. Tanta grinta, ma in gara 2 non va oltre l’ottava piazza.

Ayrton Badovini 5,5
Domenica incolore. Pirro, all’esordio sulla Panigale, riesce a far meglio di lui.

Michel Fabrizio 5,5
Non esalta ma tenta, quantomeno, a proseguire la striscia di piazzamenti consecutivi a punti. Non ce la fa, frenato dalla rottura del motore Honda in gara 2.

Leon Haslam 5,5
Piegato da Fabrizio in gara 1, costretto al ritiro nel round pomeridiano.

David Salom 5,5
Solita prova da gregario, senza infamia né lode.

Mark Aitchison 5,5
Riscatta il capitombolo di gara 1 con il 12° posto di gara 2.

Jules Cluzel 5
Pasticcia nella gara di casa, cadendo due volte su due. In gara 2 riesce almeno a rialzarsi e finire il GP.

Fabrizio Lai 5
Sostituisce Neukirchner ma non si ritaglia spazi di gloria. Molto lento. Arriva al traguardo, ma molto molto piano.

Vittorio Iannuzzo 5
Solito fine settimana trascorso ad arrancare. Va ko in gara 2.

Tom Sykes
Tom Sykes festeggia

SBK - Laguna Seca - Le pagelle

Per la Superbike il round di Laguna Seca è stato un ritorno al passato. A quando le gare delle derivate dalla serie davano spettacolo ed il talento ed il coraggio dei piloti contavano più dell’elettronica e del traction control. Su di una pista corta quanto spettacolare, abbiamo assistito a due (o forse sarebbe meglio dire quattro) gare che ci hanno tenuto con il fiato sospeso sino alla bandiera a scacchi. Gare importanti anche per la classifica, anche se l’unico verdetto emesso negli U.S.A. è stata la matematica esclusione di Davies dalla lotta per il titolo. Gli altri quattro, Sykes, Laverty, Guintoli e Melandri, se lo contenderanno nelle prossime quattro gare.

Ancora una volta il mondiale Superbike ci regalerà un finale thriller e anche se al momento è Sykes a godere dei favori del pronostico nei prossimi due appuntamenti di Magny Cours e Jerez non mancheranno di certo i colpi di scena e le sorprese. Se infatti l’inglese della Kawasaki può contare su un cospicuo vantaggio sui suoi diretti concorrenti, va anche detto che molto probabilmente nelle ultime quattro manche il pilota della casa di Akashi non potrà contare sulla gomma SC0, utilizzabile solo con le alte temperature che sia in Francia che in Spagna sono difficilmente riscontrabili ad Ottobre. Senza la gomma preferita e con la pressione derivante dalla leaderships della classifica, Tom è chiamato ad un compito non facile, soprattutto perché alle sue spalle preme un fortissimo Laverty che ha vinto tre delle ultime quattro gare e non accenna a fermarsi. Guintoli arriva alla gara di casa con le polveri bagnate, ma con la rabbia di chi vede allontanarsi un sogno durato tutta una stagione. Sylvain sa che Magny Cours potrebbe essere la sua ultima spiaggia e con il sostegno del suo pubblico punterà a riaprire la lotta per il titolo.

Il team Ducati Alstare era arrivato a Laguna con molte speranze, confermate dalle ottime prestazioni di Canepa nelle prove e in Superpole. Purtroppo quest’anno per la Panigale le prove sono una cosa e le gare un'altra. Il giovane e arrembante Canepa non ha fatto il miracolo e non lo poteva certo fare Badovini che fatica a camminare. La casa di Borgo Panigale è davanti ad un bivio : chiudere il team ufficiale e supportare i privati (specialmente quelli Evo) o investire in un top rider e insistere sul progetto della nuova 1199? Nelle ultime due gare sarà Michele Pirro a sostituire Checa. Esperto e veloce il pilota pugliese potrebbe essere l’uomo giusto per la Panigale e per fare un poco di chiarezza sulle capacità delle controversa Superbike Ducati.

Ecco i nostri voti ai protagonisti di Laguna Seca
Eugene Laverty – Un finale di stagione fantastico per il nordirlandese, che sta mostrando il meglio di se proprio al momento giusto. Tre vittorie e cinque podi nelle ultime sei manche, ma pesa come un macigno la caduta del Nurburgring in gara uno, senza la quale ora Eugene sarebbe probabilmente ad una manciata di punti da Sykes. Un mix di grinta e di abilità anche tattica che gli consente di dare la zampata decisiva nei giri finali. Punta a seguire le orme di Spies e ad andare in MotoGP da campione del mondo. Voto 9

Sylvain Guintoli – Non accusa il team o la moto, ma ammette di fare fatica in bagarre e di preferire le gare in fuga solitaria. La fortuna gli gira le spalle per ben due volte in gara uno, ma il giorno dopo non fa nulla per meritarsi il podio. Gli va bene che siano in molti a portare via punti a Sykes e per questo resta ancora in lotta per il titolo, nonostante nelle ultime sei manche abbia perso 37 punti nei confronti di Laverty e Sykes. Il calendario gli è favorevole e la prossima sarà a casa sua. Quale occasione migliore per dimostrare di meritarsi il titolo? Voto 5,5

Davide Giugliano – Una stagione dalle molte facce quella di Davide. Arrembante e guascone fino a metà campionato, successivamente in crisi per le molte cadute, ieri ha dimostrato di aver trovato il giusto equilibrio e la necessaria freddezza per leggere la gara ed ottenere il massimo risultato possibile. Il tutto con una moto privata. Sarà la mina vagante di questo finale di campionato. Voto 8

Marco Melandri – Solo quelli bravi guidano sopra i problemi e Marco a Laguna Seca pensiamo abbia fatto il massimo possibile. Ha sofferto in prova come sempre (la gomma da tempo esalta i problemi della S1000RR) ed in gara è riuscito a lottare per la vittoria dal primo all’ultimo giro in tutte le quattro manche. La classifica sembra condannarlo ma la matematica ancora no. Voto 7,5

sbk laguna seca 2013 03
Tom Sykes
Tom Sykes – Fortunato sabato, quando le bandiere rosse tramutano gara uno in una Superpole un poco più lunga e nascondono i problemi di tenuta gomme della sua Ninja. In gara due fa tutto bene, ma crolla nel finale quando non può opporre resistenza agli attacchi dei suoi avversari. Tom è abituato ai finali thriller e non è tipo da gestire in difesa il suo vantaggio in classifica. Ma senza la gomma tenera la sua Kawasaki saprà assecondarlo? Voto 7,5

Chaz Davies – Laguna Seca è casa sua, ma la sua BMW non lo sa. L’inglese è molto bravo nella prima gara a singhiozzo, ma nel warm up cade rovinosamente (e non è la prima volta) e in gara due la sua moto accusa un problema ai freni e la sua gara finisce li. Chaz è senza dubbio molto bravo, ma gli manca ancora qualcosa per essere un campione. Senza più pressioni di classifica farà di tutto per essere protagonista nelle ultime due gare, anche per trovare una sella per il 2014. Voto 7

Jules Cluzel – La matricola della Suzuki svolge ancora una volta al meglio il suo compitino. Non commette errori, entra in fase 3 in Superpole e fa sesto e settimo in gara. Non male se consideriamo che è il suo primo anno in SBK e che la Suzuki non è certo la moto migliore del lotto. Potrebbe essere la sorpresa del prossimo weekend. Voto 6,5

Toni Elias – I problemi in Superpole gli rovinano l’intero weekend. Parte sempre come un missile dalla quinta fila, ma i primi non lo aspettano e lui si deve accontentare di qualche buon piazzamento, sempre dietro al francesino della Suzuki. Vedremo cosa farà domenica prossima su di una pista che non conosce, in attesa poi del gran finale di Jerez. Voto 6

Niccolò Canepa – Sa che questa sarà la sua ultima gara della stagione in SBK e corre ogni giro come fosse l’ultimo. Rischiando l’impossibile va in terra in entrambe la manche, facendo dimenticare quanto di buono aveva fatto in prova (quarto in Superpole). Dimostra coraggio e carattere, ma non è il pilota giusto per questa Panigale. Voto 5,5

Ayrton Badovini – Si sacrifica ancora una volta per la causa, ma porta a casa due noni posti ed una caduta quasi da fermo in gara due dopo un lungo. Per fortuna non si fa male (è già una notizia) ma Magny Cours è troppo vicina per permettergli di guarire la gamba infortunata. Meriterebbe la riconferma dopo una stagione così difficile. Voto : non giudicabile

Roger Lee Hayden – Il fratello minore degli Hayden è cresciuto moltissimo rispetto allo spaurito pilota che corse con Pedercini in SBK nel 2010. Certo era sulla pista di casa, ma è sempre stato nei primi dieci a parte la caduta di gara uno (pista sporca) e soprattutto si è abituato subito alle Pirelli che gli furono indigeste nella sua precedente esperienza mondiale. Voto 6

Mark Aitchison – Il precario. Chiamato a sostituire il lungo degente Lundh, il dottorino australiano si mette al lavoro e con metodo ed abilità risolve molti dei problemi della Kawasaki privata di Pedercini. Mark è ormai abituato a salire sui treni in corsa e ogni volta fa bene e si fa apprezzare. Sbaglia poco e lavora moltissimo con la squadra. Meriterebbe un posto fisso e speriamo che ci sia almeno una Evo per lui il prossimo anno. Voto 7

Fabrizio – Haslam – Andandosene Rea ha spento la luce del box e nessuno riesce a trovare l’interruttore. Haslam paga una condizione fisica difficile (si farà operare ai legamenti solo a fine stagione) e dimostra un grande carattere. A Michel serve altro tempo per prendere le misure ad una moto difficile, specialmente nella parte elettronica. Comunque sia i loro risultati ci fanno capire quale sia il talento di Johnny. Senza voto.

sbk laguna seca 2013 03
Tom Sykes